
Il 13 maggio è destinato a diventare un giorno storico per il calcio della città di Alba perché, proprio in quella data, l’imprenditore Maxim Pioggia ha acquisito la storica Albese Calcio.
Grazie all’accordo tra il neopresidente dell’Alba Calcio e Gennaro Castronuovo, da nove anni presidente dell’Albese, il capoluogo langarolo sogna di fare un importante passo per riportare il calcio ad alti livelli.
Le strade delle due realtà più note del territorio albese si incrociano per cercare di creare qualcosa di grande per gli appassionati del territorio.
L’Alba Calcio, dopo la prima esperienza in Serie D della passata stagione, ha appena chiuso il Girone B di Eccellenza a ridosso delle posizioni che avrebbero consentito l’accesso ai play-off. I concittadini dell’Albese, iscritti al campionato di Promozione (Girone D), hanno mandato in archivio l’anno sportivo 2024-25 con un più che decoroso sesto posto.
In una città in cui la Serie C è stata vissuta dai genitori e dai nonni (l’Albese ha disputato 4 stagioni tra la Serie C1 e la Serie C2 tra il 1975 e il 1980), la piazza ha molta voglia di tornare a sognare la domenica dietro a un pallone.
Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane si conosceranno meglio tutti i punti del nuovo ambizioso progetto, ma le basi sono state ufficialmente gettate.
A livello di organigramma, ad affiancare il presidente Maxim Pioggia ci saranno due volti storici e noti del calcio locale come Giovanni De Bellis e Giovanni Barbero.
Il nuovo presidente, in esclusiva ai nostri microfoni a poche ore dalla chiusura delle trattative, non ha nascosto l’emozione per questa sua nuova prestigiosa sfida, ma ha anche mostrato grande lucidità e consapevolezza: «Ci sono tante sfide nuove. Devo prima di tutto ringraziare per la sua disponibilità Gennaro Castronuovo. C’è la voglia di vincere con la prima squadra, ma sarà fondamentale lavorare bene soprattutto a livello di settore giovanile».
Qual è il suo rapporto con il calcio?
«Come tutti i bambini nati all’inizio degli anni Settanta, ho passato la mia infanzia a giocare a pallone. Le qualità non erano eccelse, ma il calcio è sempre stato una passione. Attorno ai 30 anni, ho passato un periodo della mia vita ad allenare e in quelle nuove vesti ero sicuramente più bravo. Aspettavo con ansia il momento per ritornare in questo mondo e il ruolo giusto, per età ed esperienza, è quello del presidente».
Il nuovo progetto che la vede protagonista con il calcio albese è molto ambizioso. Cosa l’ha spinto a cominciare questa sfida?
«Sono stato “adottato” dalla città di Alba anche se vivo qui solamente da una dozzina di anni. Mi sembra giusto ripagare la città con un progetto in grado di togliermi qualche sfizio, ma che possa anche fare del bene alla società. Siamo a un livello quasi filantropico (sorride ndr): la passione personale incontra la voglia di aiutare la comunità».
A livello di dirigenza, faranno parte del progetto ancora De Bellis e Barbero. Quanto è importante questo aspetto?
«I due “Gianni” sono sicuramente quello che mi ha spinto ad entrare nel progetto. De Bellis e Barbero sono due persone leali che mi stanno aiutando tantissimo in tutti gli aspetti in cui loro hanno più competenze di me. Finché loro vorranno, spero il più a lungo possibile perché ho davvero bisogno di loro, rimarranno all’interno della società».
Ha già voluto sottolineare la volontà di voler lavorare tanto sul settore giovanile. Che idee ha in merito?
«Il settore giovanile è diventato la chiave di volta del nostro progetto. Ho intenzione di creare un ambiente sano che sia un punto di riferimento per tutto il territorio. L’Albese dovrà essere il punto di arrivo per tutti i ragazzini. A tal proposito, vogliamo uno staff ricco di bravi educatori ed allenatori. Stiamo lavorando anche per l’inserimento di un responsabile del settore giovanile. Questa nuova figura dovrà avere esperienza necessaria per poter coordinare e gestire tutti i numerosi gruppi di giovani atleti».
È sicuramente ancora presto per parlarne, ma il suo primo anno da presidente coinciderà con un’Eccellenza ricca di squadre storiche del calcio piemontese e non solo. Uno stimolo in più?
«Chi ha passione vuole vincere sfidando le più forti. È importante vincere, ma è fondamentale farlo in un ambiente ricco di entusiasmo, di storia e di passione. Io sono un tifoso milanista, qualche anno fa l’Alessandria, che nella prossima stagione sarà la nostra avversaria, ha sfidato il Milan in Coppa Italia. Quale motivo di orgoglio maggiore per uno come me? Ho citato l’Alessandria, ma saranno diverse le piazze importanti che andremo ad affrontare, Fossano, Casale, Cuneo. Abbiamo tanto rispetto, ma nessuna paura e tanta voglia di fare il meglio possibile».
Enrico Longo