
Il viaggio alla scoperta degli atleti della prima squadra dell’Alba Calcio, questa settimana, fa tappa tra i pali. Andiamo a conoscere meglio Stefano Ferlisi, portiere classe 2006 al primo anno con la maglia della società langarola.
Come nasce la sua passione per questo ruolo?
«Da piccolo, quando avevo 5-6 anni, giocavo in attacco poi, per caso, mi hanno fatto provare il ruolo del portiere e mi sono trovato subito bene con i guantoni. Da quel momento non ho più cambiato».
È arrivato in questa stagione all’Alba Calcio dall’Asti, dove ha militato per diversi anni nel settore giovanile. Ci racconta il suo percorso prima di arrivare qui.
«Ho vestito la maglia dell’Asti dall’Under 15. Ho avuto la fortuna, fin dall’Under 17, di allenarmi con la prima squadra della Serie D. Il livello era molto alto. Mi sono allenato con un portiere forte ed esperto come Brustolin che mi ha aiutato tanto a crescere».
È molto giovane, appena 19 anni, ma ha già dimostrato cose importanti. Quali sono le sue caratteristiche?
«Sono esplosivo, come ama sottolineare il preparatore dei portieri dell’Alba Calcio, Ferretti, questa è una caratteristica che mi aiuta tanto quando devo fare parate più complesse. Con i piedi mi trovo bene, probabilmente questo è anche legato al mio passato nella scuola calcio dove ho rivestito altri ruoli».
Come si sta trovando in questa stagione che sta volgendo verso la fase conclusiva?
«Grazie a Telesca e allo staff ho vissuto un ottimo anno a livello personale. Non pensavo di giocare così tanto in Eccellenza. Avere come compagno un portiere preparato come Romanin è stato uno dei punti di forza di questo anno sportivo. Siamo amici e ci aiutiamo sempre in allenamento, non c’è mai stata rivalità, ma sana competizione. La squadra è giovane, ma ha carattere. Ci sono alcuni veterani come Campagna e Marchetti che sanno sia farsi sentire che aiutare i giovani, che possono così scendere in campo con tranquillità».
Quali sono le cose che fa per migliorare e c’è un aspetto in cui vorrebbe crescere maggiormente?
«In ogni allenamento cerco di dare il massimo. Se in settimana ti alleni bene, alla partita arrivi in fiducia e questo è un aspetto che aiuta parecchio sia a livello mentale che a livello di prestazione. Io vorrei migliorare dal punto di vista della personalità perché, da dietro, si deve dirigere tutta la squadra a partire naturalmente dalla difesa e farsi sentire. La personalità per un portiere è fondamentale, sono giovane e ho ancora un po’ di tempo per migliorare, ma so che devo cercare di crescere in questo. Marchetti e Campagna, che ho già citato prima, mi stanno aiutando tanto».
Cosa si aspetta dal suo futuro? Ha qualche sogno legato al mondo del calcio?
«Spero di continuare a giocare a calcio perché è il mio sogno da sempre. Per il mio futuro si punta sempre al massimo e quindi alla Serie A, ma rimanendo umili (ride ndr) ci si può anche accontentare di altro come sperare di agganciare i play-off con l’Alba Calcio per cercare la promozione in Serie D. Il finale di stagione regolare è molto aperto e può ancora succedere di tutto».
Ancora una curiosità, cosa pensa un estremo difensore prima di un tiro di rigore contro?
«Io prima di un penalty cerco di cogliere i piccoli segnali di chi sta per calciare per capire dove potrebbe andare a tirare. Rimango concentrato fino al fischio dell’arbitro con gli occhi puntati sul pallone e poi provo a intuire la direzione, muovendomi con esplosività nel tentativo di parare».
Enrico Longo