
Questa settimana, nel nostro viaggio alla scoperta dei calciatori dell’Alba Calcio, abbiamo intervistato Mamadou Dieye, uno dei punti di riferimento e dei simboli dell’Alba Calcio.
Se si pensa all’Alba Calcio è quasi impossibile non pensare a Dieye. Quando è cominciata la storia tra lei e la società?
«La nostra storia è cominciata nel 2015, ormai 10 anni fa. Avevo 15 anni e, dopo il percorso con le squadre del settore giovanile, ho iniziato a giocare in prima squadra. È stato un cammino molto positivo. Il rapporto che ho con l’Alba Calcio è quasi come quello che c’è tra padre e figlio, in cui l’aspetto umano è prioritario».
Cosa rappresenta per lei l’Alba Calcio?
«Per me l’Alba Calcio è una seconda famiglia. Questi colori mi hanno dato tantissimo e mi hanno fatto crescere sia come uomo che come calciatore. Qui sono nati legami forti, io spero di poter ricambiare tutto quello che la società ha fatto, e continua a fare, per me».
Qual è il ricordo più bello vissuto da calciatore?
«È difficile indicare un solo ricordo perché ho avuto la fortuna di vivere tante giornate importanti. È sicuramente indimenticabile il mio primo campionato vinto nonostante le tante difficoltà affrontate nel corso di quella stagione».
Ha qualche idolo da cui trae ispirazione?
«Avere idoli nel mondo dello sport è fondamentale. Il mio idolo, anche se non proviene dal mondo del calcio, è Kobe Bryant. L’ex giocatore dei Los Angeles Lakers, purtroppo venuto a mancare in seguito a un incidente, con la sua “Mamba Mentality” mi ha sempre trasmesso la forza e l’energia per migliorarmi. Lui è sicuramente un esempio di forte leadership con caratteristiche che ogni sportivo dovrebbe prendere come punto di riferimento. Ci sono naturalmente tanti calciatori che mi piacciono, ma prima di tutti c’è lui».
Che tipo di difensore è? C’è un aspetto su cui si sta soffermando per migliorare?
«Sono un giocatore particolarmente aggressivo. Per questo mio modo di interpretare le partite, spesso vengo ammonito, ma fa parte del mio gioco. Sto cercando di gestire un po’ meglio alcune situazioni in cui mi innervosisco troppo e perdo la concentrazione necessaria per fare bene in campo».
Nell’ultima stagione, ha fatto il suo esordio in Serie D. Cosa si porta dietro di quella esperienza?
«È stato un anno complicato che però reputo positivo per la mia carriera. Abbiamo sofferto molto, ma nella vita sono necessari questi momenti per imparare. C’è un po’ di amarezza per la retrocessione però ho avuto la possibilità di affrontare avversari molto forti».
Come si sta trovando quest’anno in Eccellenza, campionato che conosce molto bene?
«Penso sia il campionato di Eccellenza più complicato degli ultimi anni. Ci sono tante squadre attrezzate che ambiscono al vertice. La differenza con la Serie D si è assottigliata in modo netto».
Qual è il suo sogno legato al calcio?
«Non ho un vero e proprio sogno. Ogni anno cerco di migliorare e fare il massimo. Sono una persona cinica che preferisce non crearsi troppe aspettative. Amo godermi ogni momento».
Oltre a quella per il calcio, ha anche altre passioni e si occupa di altre cose.
«Sono molto appassionato del mondo della moda. Mi piacciono la parte creativa e gli shooting. Grazie a queste attività riesco a staccare un po’ dal campo da gioco e a ricaricare le pile. Magari in futuro potrebbe anche diventare un vero e proprio lavoro per me».
Enrico Longo – Ideawebtv