Giovanni Barbero, direttore generale dell’Alba Calcio traccia un bilancio della stagione in corso svelando intuizioni, sensazioni e impressioni di questa prima parte di campionato in Eccellenza
Partiamo dalle emozioni della finale di Coppa Italia conquistata nella sera di mercoledì 5 dicembre. Come giudica questo successo?
«Il ritorno con il Lascaris è stato molto sentito. Sapevamo di avere di fronte una squadra interessante con grandi qualità atletiche che ha tanta voglia di giocare e correre. Durante la serata ci ha messo in difficoltà, riuscendo a ribaltare il nostro iniziale vantaggio, portandosi sul 2-1. Per fortuna, nella parte conclusiva della partita, con Ferro e Galvagno abbiamo chiuso la pratica. Questo per l’Alba Calcio è il primo grande tassello della stagione. Abbiamo la fortuna di avere in panchina Salvatore Telesca, un autentico “re di coppe” che, ancora una volta, è riuscito a strappare il pass per la finale».
Dopo la stagione scorsa terminata con i play-out di Serie D e il ritorno in Eccellenza, come avete voluto lavorare in estate nella costruzione della nuova Alba Calcio?
«Abbiamo cercato di lavorare nel miglior modo possibile. Abbiamo investito molto nelle capacità del mister e del suo staff tecnico. Una squadra composta da Salvatore Telesca (allenatore), Roberto Pepe (allenatore in seconda), Fabio Petrosino (preparatore atletico), Paolo Ferretti (preparatore dei portieri) e Francesco Zara (fisioterapista), che è quotidianamente impegnato anche con il settore giovanile, penso sia il massimo per l’Eccellenza. Con Telesca abbiamo poi fatto dei ragionamenti per cercare di allestire una rosa competitiva in grado di fare bene durante la stagione. Abbiamo cambiato tanto, fatto diverse prove e, in questo momento, stiamo cominciando a raccogliere i frutti delle nostre decisioni».
Quali sono secondo lei i punti di forza?
«Nella nostra rosa abbiamo diversi giocatori di assoluto livello. Poter, ad esempio, contare su Ferro, arrivato dopo l’esperienza con la Valenzana, ci consente di avere un attaccante capace di realizzare tante reti e i numeri lo stanno dimostrando. Però, detto questo, penso che il vero punto di forza sia un gruppo di qualità su cui fare affidamento. Anche i giocatori che subentrano a partita in corso stanno dimostrando grandi cose».
Ci sono diverse squadre che ambiscono alle prime posizioni, tra queste c’è anche l’Alba Calcio, dove pensa possa arrivare la squadra?
«Nelle prime settimane, siamo partiti un po’ a rilento, faticando. La nostra preparazione è stata molto intensa e, nelle prime giornate di campionato, la squadra era un po’ appesantita. Poi è arrivata una serie importante di risultati positivi che ci ha fatto capire che possiamo avere delle ambizioni. Il primo risultato pesante è arrivato con il raggiungimento della finale Coppa Italia Eccellenza. Per quanto riguarda il Girone B, io penso che si possa arrivare tra le prime 3. L’estate scorsa, dopo il ritorno in Eccellenza, si diceva addirittura che l’Alba Calcio non ci sarebbe più stata, invece siamo qui».
Insieme al presidente Giovanni De Bellis, è sempre presente. Ci racconti un po’ in che cosa consiste il suo ruolo e quale l’importante lavoro che fate “nel dietro le quinte”.
«Io e il presidente ci stiamo impegnando molto: è però doveroso sottolineare come l’ambiente dell’Alba Calcio sia un ambiente sereno dove al primo posto c’è il lavoro collettivo. Vengono affrontate, con una riunione a settimana, tutte le questioni per essere sempre trasparenti e chiari. Si è creato anche un ottimo rapporto tra dirigenti, tecnici e giocatori in cui il rispetto non viene mai a mancare».
Cosa rappresenta questa società per lei da direttore generale?
«Io sono stato direttore sportivo dell’Albese per 3 anni, poi dopo quella esperienza sono stato lontano dal calcio e mi sono occupato principalmente di pallapugno. Quando avevo l’azienda sono sempre stato vicino all’allora Corneliano Roero, ora Alba Calcio, come sponsor. Giovanni De Bellis è un grande amico e una persona squisita che dà il cuore. Per me l’Alba Cacio vale tanto perché trovare uomini come il presidente De Bellis, nel mondo del calcio, è qualcosa di raro. Quando sono stato chiamato ho accettato questo onore perché, da appassionato, non può essere un onere. Ora cerchiamo di portare ad Alba un calcio di cui la città ha bisogno e merita».
Fonte: Enrico Longo – Rivista Idea